(recensione del film)
Il titolo del film (Quell'estate con Irène) contiene la parola "con" in italiano, che significa "cùng" in vietnamita. "Cùng" rivela in parte l'indizio sul ruolo di "alleata" e la natura di "compagna" di Irène con il personaggio centrale, Clara.
Irène incarna anche il ruolo di un "messaggero". Messaggero del gioco, del mare, della gioia, dell'estate. La ragazza è anche un'antagonista, un messaggero dell'Inferno, come si definisce lei stessa chiamandosi vampiro. Oppure, in un'altra scena, quando Clara dipinge il ritratto di Irène, quest'ultima indossa delle finte zanne per sembrare un demone.
Questo film ha una trama simile a Children of the Mist del Vietnam. I "bambini" sulle montagne affrontano l'amore e il matrimonio. I "bambini" al mare affrontano malattia e morte. Sono tutti bambini costretti a "entrare nella vita" e a confrontarsi presto con i "massicci ostacoli" del destino, mentre sembrano mancare di punti di appoggio e delle abilità necessarie.
La prospettiva del film è quella di un paziente. Quindi si può essere pazienti e indulgenti verso il ritmo lento, incerto, a volte frammentato e che perde il fiato nei momenti di climax.
Il film sceglie l’isola e limita la scena principale per una ragione fondamentale: il budget. Questo è normale per un film a basso costo. L’isola è stata scelta anche per un altro motivo legato al simbolismo: il mare è il confine tra la vita e la morte. Poi ci sono le scogliere, gli abissi profondi, le grotte... tutti archetipi tipici che mantengono viva l’essenza filosofica della trama.
La metafora del contesto non è nulla di nuovo. E sarebbe difficile fare qualcosa di diverso da ciò che è essenziale nell’archetipo. L’unico problema rimane l’immagine, la disposizione e l’espressione per suscitare empatia nel pubblico. Altri elementi, come dove si trova il mare, onde blu, sabbia bianca e il fascino dell’ambientazione… non appartengono alla mentalità di un vero appassionato di cinema, ma a quella dei turisti.
Guardare il film con occhi profondi, occhi rivolti all'interno di ciò che è nascosto, fa chiaramente ricordare il viaggio del grande Dante. Scrivere così potrebbe sembrare un'esagerazione rispetto alla qualità di questo film, ma allo stesso tempo si percepisce uno specchio eterno nel cuore di chi scrive, ogni volta che si imbatte in una trama italiana con l’evidente intento di scavare una strada verso le profondità della terra.
Clara, qui, ovviamente non è attiva. È un’eroina pietrificata, senza nessuno, non cerca nessuno. Non c’è nessuna Beatrice qui. Clara vive come se fosse morta. Così, Irène, con la maschera del messaggero, appare e custodisce in sé il gioiello del pensiero narrativo del film. Fino alla fine. Per Clara.
Vũ Đạm Nhiên, 3.10.2024
Saigon, stagione delle piogge
Bản gốc tiếng Việt, tôi đăng ngay sau khi coi phim vào tối thứ 5, 2.10. Viết hoàn toàn dựa trên cảm nhận trong lần đầu tiên coi phim. Ngó thấy tên phim, tới rạp lấy vé, coi rồi viết. Đầu không hề có một thông tin nền nào về đạo diễn, diễn viên, bối cảnh, kịch bản.
Trả lờiXóaMùa hè cùng Irene.
Sáng hôm sau, tôi vật vã với cuốn từ điển online để dịch qua tiếng Ý. Biết mình dốt nhưng cũng không ngại phơi lên sào blog. Những kiểu bài dịch sang ngoại ngữ này là một hình thức học tập. Sai, dám sai để xóa mặc cảm tự ti và tiến tới. Biết đâu sẽ gặp cao nhân chỉ điểm để sau này dùng từ tốt hơn.